In un mondo sempre più connesso, con venti miliardi di dispositivi presenti a livello globale nel 2015, che diventeranno ottanta miliardi nel 2020, era impensabile che la cucina sfuggisse al fascino delle App e del così detto “Internet of Things“.
La sfida è tradurre una maggiore connessione in un miglioramento delle prestazioni e dei risultati. A partire dalla possibilità di personalizzare le funzionalità secondo le proprie esigenze e abitudini, ma anche di monitorare i consumi e di conoscere tutte le tipologie di attività per ottenere un risparmio delle risorse e quindi, in concreto, anche economico.
Tramite le applicazioni è possibile anche scegliere da remoto tempistiche e tipologia di funzionamento delle macchine, regolarne l’impiego, selezionare programmi personalizzati secondo le proprie abitudini e necessità. Una gestione dalle grandi potenzialità che deve però tradursi in un sistema facile e intuitivo, perché il consumatore moderno è abituato alla semplicità dell’interfaccia, che spesso è la discriminante nella scelta di un elettrodomestico. In questa direzione, si amplia anche la proposta di sistemi per connettere uno o più elettrodomestici, soprattutto piano e cappa, grazie a sensori sofisticati. Senza intervento dell’uomo, le due macchine dialogano tra di loro entrando in azione nei tempi giusti e nelle modalità più corrette.
La direzione è dunque tracciata, ma la fotografia sullo stato dell’arte si presenta variegata e per questo abbiamo chiesto ad alcuni produttori di indicarci la loro posizione attuale e quali le prospettive più immediate di sviluppo per la nuova generazione di elettrodomestici. Anche se alcuni, pur essendo già ampiamente avanti nella ricerca, non ritengono ancora del tutto pronto il mercato italiano per lanciare le nuove “features”, come il gruppo BSH, che a Living Kitchen 2015 ha puntato, anche mediaticamente, sulla connettività garantita o Whirlpool che sta accelerando la ricerca, come ha dimostrato la presentazione di Concept Kitchen avvenuta all’edizione 2015 del CES di Las Vegas e riproposta ai propri clienti durante la convention di Barcellona organizzata nel marzo 2015. Funzionale allo sviluppo della digital home, e in particolare delle lavatrici e lavastoviglie più evolute, è sicuramente l’accordo di collaborazione che Whirpool ha sottoscritto con Nest Labs, la società acquisita da Google che ha fondato il suo successo su untermostato “intelligente”.
Intanto, mentre è atteso il lancio della casa intelligente di Apple, Google ha presentato il sistema Brillo e il linguaggio Wave per migliorare la connessione tra gli oggetti che potranno parlare tra loro, con il telefono e con il web. Un passaggio epocale che potrebbe risolvere il nodo cruciale della mancanza di un linguaggio standard per connettere elettrodomestici di aziende diverse.
E la creazione di un linguaggio comune è anche l’obiettivo di AllSeen Alliance, un consorzio no profit voluto da Linux Foundation che raccoglie produttori di settori diversi per stabilire uno standard unico.
Convinto sostenitore di una connettività domestica omnicomprensiva, e partner di AllSeen Alliance, è anche Electrolux, il cui Chief Operation Officer Jan Brockmann ha recentemente dichiarato nel corso di un’intervista a Bloomberg che “il 2015 potrebbe essere l’anno in cui gli elettrodomestici diventeranno finalmente smart dopo decenni di false partenza e che entro 5 anni rappresenteranno più del 10 per cento del mercato“.